CASI CLINICI

Il caso di Irene

IADC TERAPY (Terapia del lutto)

La Signora Irene viene inviata da un collega perché dopo la morte del padre non riesce più a ritrovare la sua serenità. Durante il primo colloquio riferisce di aver sempre avuto un rapporto conflittuale con il papà. Lui è sempre stato poco presente in famiglia sia come marito per la madre che come padre per lei. Ha dedicato tutta la vita al lavoro, alla ricerca del successo, del denaro ed improntato ad avere soddisfazioni di ogni genere. E' sempre stato contrario alle scelte della figlia e alla sua passione per lo studio e la scrittura. Anche nell'ultimo periodo di malattia ha continuato a mantenere il distacco dalla sua famiglia e a disapprovarla.

Dopo aver valutato, durante la prima seduta, le emozioni ancora presenti quali: rabbia, tristezza, dolore ecc. propongo alla signora di iniziare la Terapia IADC. La tecnica consiste nel dedicare al trattamento due ore in due giorni ravvicinati .

Già durante il primo incontro dice di vedere una luce molto intensa, bellissima, bianca e subito dopo il padre, molto giovane e in ottima salute. Parla con lui. Lui chiede scusa per come si è comportato con lei e sua mamma. Le dice di essere stato molto attratto dalla bella vita e di aver perso il vero senso dell'esistenza e della famiglia. Ad un certo punto del colloquio percepisce di essere presa in braccio da lui, di sentire le sue mani avvolgerla ed il calore del suo corpo. Lui le dice di essere orgoglioso di lei, dei suoi studi, delle sue pubblicazioni, del suo lavoro e la esorta a continuare così. Si scusa di non averlo capito prima. Irene piange……. per la gioia. Si sente immersa nella luce bianca che la riscalda.

In seguito il padre ringrazia anche il mio operato e per avergli offerto l'occasione di un ricongiungimento con la figlia. Vede in me una persona coraggiosa e attraverso lei mi incoraggia a continuare così. Questo per me è molto toccante!!! Poi continua a parlare con la figlia.

Al termine Irene, con gli occhi gonfi di lacrime di gioia, mi ringrazia e mi comunica di sentirsi leggera, serena e di non percepire più il senso di angoscia e di peso che da tempo la opprimeva. Continua a sentire il caldo della luce dentro di sé. Il grande dolore, la tristezza, la rabbia, l'angoscia che da tempo le appartenevano ora in poco tempo si sono dissolte lasciando spazio a gioia, serenità, luce e pace.

Rivedo Irene il giorno seguente e ripetiamo l'esperienza che risulta essere sempre molto emozionante. Lei stessa mi comunica di sentirsi come rinata e di continuare a percepire una luce bianca che riscalda e da pace.

Anno 2022



Il caso di Paola


I genitori di Paola mi chiedono un consulto per la figlia adolescente che sta attraversando un momento di empasse scolastica e di ribellione alle regole familiari. 

Paola al primo colloquio mi riferisce di provare una grande ansia per la scuola. Quando le materie sono diventate più complesse si è resa conto di non riuscire a padroneggiarle. E' diventata nervosa, scontrosa, si sente impotente. I genitori non riescono a capirla, la rimproverano e lei si sente una volta più sola.

Paola è in una situazione di ambivalenza tipica adolescenziale: da una parte ha bisogno della presenza di figure di riferimento fondamentali e dall'altra di potersi sperimentare in tutta libertà.

Paola manifesta un disturbo d'ansia generalizzato.

Lavoriamo per arrivare ad una stabilizzazione dei sintomi senza ricorrere ad un aiuto farmacologico. L'intervento principale viene fatto con Paola a cadenza settimanale e con i genitori a cadenza mensile.

Risultati raggiunti

- Paola ha iniziato a chiedere aiuto ai genitori per la scuola che le è arrivato puntuale;

- ha iniziato ad intervenire a scuola per farsi spiegare alcune cose che non aveva capito;

- nel mettersi in gioco a scuola ha capito di potercela fare;

- ha migliorato il rendimento scolastico. E' stata rimandata di due materie che poi ha brillantemente recuperato;

- ha superato con serenità e determinazione l'esame di riparazione;

- ad ottobre ha capito che il suo percorso di studi non faceva per lei. Lo ha comunicato ai genitori e a gennaio ha cambiato scuola con il loro supporto;

- ha conosciuto nuovi compagni, si è inserita molto bene. L'esperienza è stata del tutto positiva;

Le paure, l'irritabilità e la rabbia sono scemate poco alla volta per poi scomparire del tutto. Paola è diventata diversa, la sintomatologia ansiosa è sparita del tutto. Ha conosciuto se stessa, ha affrontato i problemi sperimentandone l'importanza della condivisione.

Anno 2018



Il caso di Simona


Simona una ragazza di 23 anni mi arriva in terapia per un problema di alimentazione. E' da due anni che mangia poco e non riesce a terminare il cibo nel piatto. 

I genitori non le hanno mai detto nulla, da un anno ha iniziato a vedersi grassa e a pensare al peso. L'anno seguente ha deciso di reprimere lo stimolo della fame e a indursi il vomito per poter dimagrire. Il timore perenne di ingrassare la porta ad una dismorfofobia localizzata sui fianchi e natiche troppo grosse. A ciò si aggiunge la perdita di capelli, crescente ansia, minzione notturna frequente.

Simona manifesta un disturbo di anoressia nervosa. Il lavoro viene fatto di concerto con il medico e la dietologa. L'intervento principale viene svolto con Simona a cadenza settimanale e con i genitori mensile. 

Risultati raggiunti

- Concordiamo insieme una pesata al mese prima di venire in terapia. L'aumento di peso è lieve ma costante e in crescita.

- abbiamo riflettuto su un sistema familiare molto rallentato, da sollecitare per riuscire ad avere risultati. Ciò è accaduto con stupore di Simona.

- si sono verificati momenti di "stallo" , li abbiamo accettati ma continuando ad insistere Simona ha sperimentato l'autoefficacia.

- con Luca, il compagno la relazione non sta andando bene, è triste, ma mi riferisce di essere diversa , si sta rassegando al fatto che il rapporto possa finire poco alla volta. Mi dice di non provare più quel senso di disperazione che sentiva prima nell'opportunità di poterlo perdere.

- prima dell'inizio della terapia mi comunica di sentirsi "libera" con le condotte di eliminazione e di restrizione alimentare senza pensare a nulla. Ora sente di aver acquisito consapevolezza in merito al sua star male e di avere due parti contrastanti in lei: quella razionale che le dice di mangiare e stare bene e quella emotiva che la fa sentire in colpa nel prendere peso e che le offre una visione distorta del suo corpo.

- ha imparato ad accettare i limiti dei suoi familiari che peraltro le vogliono molto bene.

- E' consapevole di poter gestir al meglio la propria vita e di avere davanti a sè molte belle opportunità.

Mi rendo conto che c'è ancora molto da fare con lei, il traguardo è ancora lontano, il lavoro più arduo da fare è sulle emozionill percorso è in crescita positiva.

La terapia si è conclusa con la remissione della sintomatologia e l'incremento di peso.  

Anno 2017

Il caso di Giulia


Giulia mi arriva in terapia dopo aver svolto il colloquio iniziale con la mamma che mi riferisce di non saper più cosa fare con la figlia.Giulia frequenta la terza elementare. La mamma si decide di portarla in terapia in quanto sia a scuola che a casa la situazione sta precipitando e lei non sa più cosa fare.

A scuola è arrivata la maestra nuova che si lamenta della lentezza di Giulia e spesso la rimprovera.

Giulia non vuole più andare a scuola, dice che tutto è troppo difficile per lei, si attribuisce la colpa di ogni insuccesso. Niente la diverte, mangia poco e lentamente, ogni compito lo svolge lentamente. E' sempre triste

Anche la socialità fuori dalla scuola è povera e costellata da fallimenti.Lamenta mal di testa, mal di pancia, al mattino prima di andare a scuola ha sonno e fa fatica ad alzarsi dal letto. Si percepisce incapace a fare i compiti.Giulia manifesta un disturbo dell'umore.

La presa in carico per Giulia è settimanale mentre per la mamma mensile.

Risultati raggiunti 

- Il lavoro è stato lungo e difficile. Giulia all'inizio non voleva venire in studio. Coinvolgendola con ciò che le piaceva fare: puzzle , disegno ha iniziato poco alla volta a venire volentieri.

- Attraverso il disegno ha iniziato ad aprirsi. E' venuta fuori tutta la sua tristezza. Mi parla di una mamma che non si accontenta mai di ciò che fa, che la riprende sempre, di una maestra che la umilia di fronte agli altri dicendole che è troppo lenta e di amichette che molte volte la tengono in disparte. 

- Dopo il consenso della mamma mi sono rivolta alla scuola per illustrare le difficoltà della bambina e le sue necessità.- con la mamma è stato fatto un percorso molto faticoso ma produttivo. Ha iniziato a capire le esigenze della figlia e a rispettarle.

- Giulia ha iniziato a cambiare strategia di gioco con le sue coetanee e a farsi rispettare. Ciò le ha fatto accrescere l'autoefficacia e la maggiore volontà di sperimentarsi non solo con loro ma anche a casa e a scuola.

- Sono arrivati poco alla volta buoni risultati scolastici, la mamma ha iniziato ad ascoltarla, le amichette hanno iniziato a cercarla.

- Giulia finalmente è riuscita a percepirsi come "capace" e ad uscire dal buio tunnel della depressione.

Anno 2016

I nomi e i riferimenti sono inventati